
Viticoltori attenti e lungimiranti, la famiglia Cortese fu una delle prime a capire l’importanza del Rabajà, menzione del comune di Barbaresco dove ha sede la cantina. Nel 1971 viene prodotta la prima etichetta di Barbaresco Rabajà, mentre negli anni successivi la qualità dei vini viene riconosciuta in Italia e all’estero. Dapprima l’inserimento dell’enologo Pier Carlo, figlio di Giuseppe, e poi quello della figlia Tiziana e del marito Gabriele, hanno permesso di evidenziare l’indiscussa qualità produttiva di questa cantina. 8 ettari nel cru Rabajà, caratterizzato da terreni calcarei, ottima insolazione e vigne molto vecchie, e la vicina vigna Trifolera dove si trovano i vigneti di Chardonnay, Dolcetto e Barbera, rappresentano la superficie vitata dell’azienda e sono ormai da anni coltivati secondo principi di agricoltura biologica. In questo anfiteatro di leggerezza, disturbato solo dal lontano rumore del Tanaro, ha sede la cantina, sapientemente condotta da Pier Carlo. Qui la tradizione piemontese si coniuga ad un rispettoso incedere moderno, con vasche d’acciaio e cemento, botti grandi di Rovere affiancate da alcune barriques e grandi anfore per l’affinamento dello Chardonnay. Come lo stesso Gabriele ha affermato durante la visita, l’intendo produttivo è quello di permettere alle uve di esprimere tutta la propria unicità e territorialità, che nel Cru Rabajà, senza dubbio sinonimo di qualità.